Chiamata diretta: il Miur stabilisce le date di convocazione dei Collegi
Reginaldo Palermo Mercoledì, 26 Aprile 2017
Con una nota datata 19 aprile ma diventata pubblica in queste ore il Ministero fornisce indicazioni operative sulla questione della chiamata diretta e sulle scadenze che dovranno essere rispettate dalle istituzioni scolastiche.
La parte più interessante della circolare riguarda le delibere che dovranno essere adottate dai collegi dei docenti in materia di criteri da seguire per l'assegnazione alle scuole degli insegnanti titolari sugli ambiti.
Il Miur adesso chiarisce che i collegi dovranno deliberare i criteri secondo un calendario ben preciso, correlato alle scadenze dei movimenti
Il calendario definito dal Ministero serve certamente a scongiurare il rischio di dover convocare i collegi nel mese di luglio, ma non risolve tutti i problemi: è del tutto evidente, infatti, che i collegi dovranno deliberare senza disporre di dati certi relativi agli organici e senza neppure sapere quali saranno i posti che in concreto dovranno essere coperti con docenti chiamati dagli albi.
Nella migliore delle ipotesi il lavoro dei collegi potrebbe rivelarsi superfluo ma potrebbe anche accadere il contrario in quanto dopo i trasferimenti nella scuola potrebbero risultare vacanti posti per i quali il collegio non aveva formulato previsioni e criteri.
Ma c'è un altro dato che va evidenziato: la circolare viene emanata in assenza della firma definitiva del contratto sulla chiamata diretta e questa è una vera novità in quanto il Miur è sempre stato attento a non emanare disposizioni prima di avere in mano atti normativi e contrattuali certi e ufficiali.
La nota del Miur sta già suscitando le proteste dell'Associazione nazionale presidi che sottolinea che la nota rappresenza una grave ingerenza nella autonomia delle istituzioni scolastiche: "La ministra - dicono dall'Anp - non perde occasione per dire che bisogna valorizzare l'autonomia delle scuole e la responsabilità dei dirigenti mentre poi di fatto gli uffici ministeriali si piegano ai diktat dei sindacati del comparto che vorrebbero sostituire il principio di responsabilità con un assemblearismo che nulla ha a che fare con la qualità del servizio pubblico e con i diritti degli studenti".
"D'altra parte - aggiungono ancora i vertici dell'Anp - è del tutto evidente che il contratto sulla mobilità che è stato siglati introduce un vulnus giuridico di non poco conto in quanto arriva al punto di modificare addirittura le competenze del collegio dei docenti che invece sono chiaramente indicate nel Testo unico del 1994".