La manifestazione provinciale di protesta avvenuta ieri, 18 ottobre, in piazza della Libertà davanti al palazzo della prefettura di Latina, alla presenza di oltre un migliaio di partecipanti, si è svolta all’insegna della democrazia e del confronto sul dissenso avvertito verso i decreti e i piani ministeriali ,sia di quelli ancora al varo del Senato ( Dl 137 e piano Gelmini) sia di quelli già approvati alla camera nell’agosto scorso.
Per la prima volta a Latina si è riusciti senza strumentalizzazioni di sorta, in una cittadina fortemente tendente verso la maggioranza di governo, a unire in forza tutte le OO SS della scuola territorialmente presenti, Fed Gilda Unams, Cisl, Flc, Uil, Cobas, e a rappresentare le istanze lamentate da tutta la base del personale della scuola, e tutto ciò in un caldo sabato di fine settimana, dalle 10 alle 13,30 a.m., senza limitazioni
Indicativa da parte nostra è stata la fiducia dimostrata con la presenza di molti docenti e genitori intervenuti nel proprio tempo libero, anche a seguire nella tarda mattinata, dal sud pontino e dalle isole, luoghi oltretutto abbastanza scomodi rispetto ai collegamenti e alle vie di comunicazione.
Così, come nella lontana Grecia, in ’Agorà , i manifestanti, appena coordinati dalle OO.SS con l’illustrazione iniziale e finale del documento redatto unitariamente e consegnato dai segretari provinciali delle sigle sopra menzionate al Prefetto di Latina, hanno reso pubblicamente con la discussione e il dibattito aperto le difficoltà, i dissapori, i timori e la rabbia rivolti verso tutti quei provvedimenti che stanno per essere adottati verso la scuola e che non tengono conto né delle esigenze didattico - educative, né di quelle logistiche, né di quelle legate alla sicurezza, né di quelle strutturali e tutto a danno di tutti, alunni e famiglie, docenti e personale della scuola.
La logica delle economie di spesa si abbatte come una scure sulla scuola all’insegna della cosiddetta ‘’razionalizzazione’’ di orari, docenti, alunni, istituzioni scolastiche, senza analisi né confronto con le parti sociali.
I Manifestanti hanno infatti lamentato l’assoluta intransigenza del MINISTERO nel valutare unicamente la scuola come luogo cui indirizzare il risparmio della spesa pubblica e soprattutto hanno messo in evidenza il mancato reale ascolto delle parti sociali. I manifestanti hanno chiesto a viva voce come si possa non considerare la scuola come il luogo dell’investimento sociale.
Risparmiare sulla scuola usando genericamente il termine razionalizzare per: diminuire docenti in ogni ordine e grado ( maestro unico e altro ancora); licenziare le diverse professionalità come le competente nel settore tecnico-professionale ( ITP) come di tutti i precari che da anni educano nella scuola; diminuire il personale scolastico di supporto alla scuola (assistenti , ATA…); aumentare il rapporto degli alunni\docenti nelle classi senza considerazione delle norme sulla sicurezza, senza aver pensato alle strutture, alle ricadute didattico - educative di ciò, senza aver considerato che la rivalutazione dei piani e degli ordinamenti scolastici, orari, discipline, tipologie di corsi e tempo scuola, senza infine aver tenuto in considerazione le tipologie di alunni oggi confluenti nelle aule di scuola di ogni ordine e grado di scuola, dall’alunno diversamente abile allo straniero, sta a dimostrare che non c’è stata neanche l’intenzione di uno studio, di un’ analisi, di una alcunché voglia di confrontarsi sulle questioni della scuola che sono tante e varie.
I docenti poi non riescono a comprendere perché si continui a considerare l’insegnamento come un ‘’lavoro part time’’ che tutti possono svolgere come in un’azienda; l’educatore svolge un compito che va ben oltre il semplice orario di lezione come dalla preparazione iniziale e nessuno ne vuole parlare, nessuno parla poi di tutti coloro, la maggior parte, che spendono e hanno speso tutte le proprie energie per il bene della scuola, dei ragazzi tutti, della buona scuola , quella esistente, vera, vissuta. Anche il personale tutto della scuola conosce l’importanza della comunità educante e di quanto gli operatori della scuola ne siano, tutti, responsabili, eppure non se ne parla.
TUTTI ribadiscono,sia pur con diversi termini, la scuola come comunità educante aperta al dialogo ‘’maieutico’’, per usare un termine socratico,in cui tutti all’unisono devono cooperare per il fine comune: formare i cittadini di domani e… con i tagli e i reiterati mancati investimenti non si va proprio da nessuna parte.
Possibile che si continui a mostrare una scuola intesa unicamente come il luogo degli sperperi ! -dicono in molti- possibile che nessuno si interroghi su cosa si dovrebbe volere dalla scuola per la società? UNA Riforma dovrebbe essere ‘’studiata’’, sperimentata, analizzata e poi varata, oggi si rischia di fare il contrario, riferiscono in molti e non certo per il bene sociale.
IL Personale della scuola di Latina per tramite delle organizzazioni sindacali hanno oggi così rappresentato al Prefetto di Latina la necessità di pensare ad una scuola che sia costruttiva e pronta a formare i futuri cittadini del domani, con la considerazione di tutte le esigenze che questo comporta, cioè investimenti a ricaduta sociale e non TAGLI.
Dal canto nostro possiamo dire che il Prefetto di Latina, dott. Bruno Frattasi, ha ricevuto i rappresentanti delle OO SS alle dalle ore 11.00 tra i quali noi e che, dopo aver ascoltato tutti , letto il documento congiuntamente redatto e preso visione della prima tranche di firme raccolte , si è impegnato a rappresentare tutte le istanze avanzate al Ministero.
Ufficio stampa gilda degli insegnanti di Latina
19/10/2008