STIPENDI:
I DOCENTI NON COSTANO TROPPO,
L’ITALIA INVESTE SOLO IL 4,4%
DEL PIL IN ISTRUZIONE
“L’Italia
spende per l’istruzione solo il 4,4% del Pil, contro
una media europea del 5,1%: ecco perché, a causa
di un investimento così basso, le spese per l’istruzione
diventano ridicole se si levano gli stipendi del personale”.
È quanto dichiara il coordinatore nazionale della
Gilda degli Insegnanti, Rino Di Meglio, commentando le dichiarazioni
sul bilancio 2008 di viale Trastevere rese ieri dal ministro
della Pubblica Istruzione, Maria Stella Gelmini, secondo
la quale “è insostenibile spendere il 97% delle
risorse per gli stipendi del personale”.
“Non è vero che abbiamo un numero
di docenti superiore alla media europea –
puntualizza Di Meglio – basta analizzare la questione
nel dettaglio per capire che si tratta di affermazioni prive
di fondamento. Per quanto riguarda materie come matematica
e inglese, solo per citare due casi, la situazione è
esattamente opposta. Se si va nel merito delle cifre, poi,
si nota che la scuola italiana presenta molte peculiarità
come, per esempio, i docenti di sostegno che sono a carico
dell’istruzione e non dell’assistenza, come
avviene negli altri Paesi europei. A questo aspetto –
sottolinea il coordinatore – si affianca quello degli
insegnanti previsti da accordi sovranazionali, che sono
una particolarità della scuola italiana. Se
li andiamo a sottrarre, il risultato è che siamo
in linea con la media europea: confrontando il dato dei
docenti impegnati nell’insegnamento delle discipline,
emerge che sono 657 mila (senza considerare sostegno e religione)
per 7 milioni e 700 mila studenti, pari a un rapporto di
11,71, esattamente come nel resto d’Europa”.
Riguardo le Fondazioni, inoltre, Di Meglio chiede a Gelmini
“di indicare le scuole private di eccellenza di cui
parla: noi nel privato conosciamo invece molti diplomifici
che vendono i titoli a chi li può pagare, perché
obiettivo del privato è soltanto realizzare profitto
economico”.
In merito al ripristino del voto in condotta, infine, la
Gilda si definisce d’accordo: “Sicuramente –
afferma Di Meglio – è una misura che rappresenta
un primo passo per restituire serietà agli studi
e ripristinare i comportamenti civili nelle scuole, ma è
chiaro che da sola non basta. Anche la semplificazione burocratica
è un buon intento: la nostra associazione la reclama
da 10 anni. Speriamo – conclude – che sia la
volta buona”.
Roma, 28 agosto 2008
UFFICIO STAMPA GILDA INSEGNANTI |